Voglio iniziare il mio viaggio nel microcosmo partendo da
lui. Robert Hooke.
I fisici (e spero non solo i fisici…) ricorderanno la “legge
di Hooke”, secondo la quale l'allungamento subìto da un corpo elastico è
direttamente proporzionale alla forza ad esso applicata.
Ma io non voglio parlare qui di cellule o corpi elastici, o
almeno non solo. Vorrei parlare di quello che solitamente non è scritto sui
libri di scuola. Ad esempio, non tutti sanno che Hooke fu uno dei più
importanti scienziati di fine ‘600, contribuendo con le sue idee, i suoi
esperimenti, le sue argomentazioni, alla Rivoluzione Scientifica che si ebbe in
quel periodo. Non siamo abituati, oggi, a studiare contemporaneamente l’anatomia,
il cosmo, l’architettura, la meccanica. Molti diranno che le conoscenze di oggi
non permettono di approfondire argomenti così diversi. Trovo però che
l’apertura mentale che avevano i grandi scienziati vissuti tra il ‘600 e i
primi decenni del ‘900 era tale da permettere una visione dei fenomeni naturali
forse più completa. Forse.
Parlando di Robert Hook, Stephen Inwood scrive:
« Hooke gettò i semi di molte scienze […]: dello studio
degli insetti, dell'attrito, della resistenza ed elasticità dei materiali,
della meteorologia, dell'oceanografia, delle comete, dell'evoluzione, della
geologia, dei cristalli, della luce, del calore, del suono, della combustione e
della respirazione. Le sue intuizioni sulla luce e sul moto planetario furono
importanti nell'indicare la strada »
Aveva
paura di essere dimenticato. Viveva nel reale terrore che le sue opere, le sue
scoperte, fossero dimenticate, soprattutto dopo la sconfitta nella disputa che
lo aveva opposto fortemente a Isaac Newton riguardo al moto dei corpi celesti,
e non solo. Un timore che in effetti si trasformò parzialmente in realtà quando,
nel 1703, l’anno della morte di Hooke Newton venne eletto alla presidenza della
Royal Society.
Robert Hooke nacque nel 1635 in una piccola cittadina dell’Isola di Wight, Inghilterra, da una famiglia modesta (il padre era il curato della parrocchia locale). Aveva due sorelle ed un fratello, Anne, Katherine e John. Vista l’attitudine del giovane Hooke ad apprendere velocemente, il padre pensò ad una sua possibile carriera presso la Chiesa del paese. Il ragazzo però era debole di salute e gli studi teologici gli provocavano terribili mal di testa, cosicchè il padre dovette abbandonare l’idea lasciandolo seguire le proprie inclinazioni. Hooke cominciò quindi a dedicarsi all’artigianato, iniziando a costruire congegni meccanici. Fu allora che ebbe origine il suo interesse per gli orologi e per la navigazione, interessi che lo accompagnarono per tutta la vita. Le sue abilità meccaniche, come anche la capacità di impadronirsi delle abilità di altri uomini, senza alcuna istruzione formale, ebbero quindi un’origine precoce. A 13 anni si trasferì a Londra, portando con sé una buona somma di denaro. Dopo un anno come apprendista del pittore Lely, fu ammesso a frequentare prima la Westminster School e successivamente la Oxford University, dove divenne assistente di Robert Boyle. Per tutta la vita Hooke ebbe un importante legame con lo scienziato, contribuendo, mediante la progettazione e costruzione di una nuova pompa pneumatica, alla formulazione della oggi nota Legge di Boyle.
Successivamente fu nominato
curatore degli esperimenti presso la Royal Society, e ciò lo rende il primo
scienziato inglese a ricevere un compenso per effettuare ricerche scientifiche.
Hooke era considerato una sorta di genio della meccanica, un inventore, una
persona dalla capacità unica di progettare e realizzare congegni meccanici dai
quali poi trarre considerazioni scientifiche.
Potrei fare qui un elenco di
quello che realizzò Hooke, ma non è mia intenzione comporre una lista del
genere.
Vorrei solo in qualche modo
ricordare la vita, in qualche modo “invisibile”, di quest’uomo, che contribuì
con le sue ricerche a gran parte di quelle scoperte che furono poi ricordate
con il nome di altri.
Le sue rivalità con altri
scienziati, e in particolare con Isaac Newton riguardo la forza gravitazionale
e il moto dei pianeti, lo portarono con gli anni a tenere sempre più segrete le
proprie ricerche. Inoltre, la rivalità con Newton, il quale era visto come uno
splendente astro nascente nel firmamento della scienza, lo portò ad essere
messo sempre più da parte nella comunità scientifica dell’epoca, al punto che
fu rimosso anche il suo ritratto dai locali della Royal Society.
Robert Hooke non va però
dimenticato, come non va dimenticato, ad esempio, che è di Hooke la scoperta dei
fenomeni di interferenza che sono oggi chiamati “anelli di Newton”, o che è sua
(o almeno parzialmente sua), l’invenzione del telescopio a riflessione che oggi
viene attribuita a Newton (ma ciò è
ancora argomento di discussione). E’ di Hooke il perfezionamento del
microscopio con il quale, per primo, osservò le cellule; di Hooke la prima
osservazione della macchia rossa di Giove, che gli permise di dimostrare la
rotazione del pianeta gigante. Sono sue le invenzioni dell’igrometro, dell’anemomentro,
del barometro a ruota ed è sua (in competizione con Huyghens), l’invenzione del
moderno orologio a molla meccanico.
Sue le idee di utilizzare la
pressione atmosferica come indicatore nelle previsioni del tempo e quella di utilizzare
la temperatura di congelamento dell’acqua come 0 nella scala termometrica.
Furono di Hooke, gli
esperimenti di vivisezione sul cane (che effettuò insieme a R. Lower, e che
promise di non ripetere più a causa delle sofferenze inflitte all’animale) che
portarono al chiarimento del ruolo dei polmoni nel circolo sanguigno.
Hooke fu inoltre attivamente
impegnato nella ricostruzione di Londra dopo il grande incendio del 1666, in
veste di architetto. Il suo lavoro fu oscurato per molti anni dalla fama del
suo collaboratore e datore di lavoro Christopher Wren. Si deve però ricordare
che sono di Hooke la progettazione di residenze private, come Ragley Hall, di
molte chiese e edifici pubblici, tra i quali il Bethlem Royal Hospital e il
Royal College of Physicians. Tra i frutti della collaborazione tra Hooke e Wren
vi è l'Osservatorio di Greenwich, il famoso Monumento al Grande Incendio e la
cattedrale di St Paul, che deve a Hooke in particolare la struttura della cupola
(con la sezione a forma di catenaria).
Tra le opere fondamentali di
Robert Hooke voglio citare Micrographia, essendo questo un blog dedicato al
mondo invisibile. Nell’opera Hooke riportò le sue osservazioni sull’anatomia di
molti insetti, sulla struttura dei cristalli, nonché le sue osservazioni sul sughero
(e quindi la sua scoperta delle “cellule”).
Robert Hooke morì nel 1703, all’età
di 68 anni, al Gresham College.
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